A chi non è mai capitato di entrare in un negozio Tiger: colori sgargianti, luce ovunque e oggetti di ogni genere e utilità. Un negozio che, diciamoci la verità, trasmette sempre una grande allegria ed è capace di trasportare la mente in un’altra dimensione. Quella di Tiger, appunto.
Verrebbe voglia di aprire un negozio Tiger anche subito.
Lennart Lajboschitz, aprì il primo negozio nel ’95, da allora ha dato vita ad un vero e proprio impero comporto da più di 900 punti vendita sparsi in 30 paesi nel mondo.La Spagna detiene il titolo con il maggior numero di negozi Flying Tiger (112), ma l’italia si piazza seconda con soli tre punti vendita in meno (109).
Un business, quello di Tiger, sempre più richiesto e in continua crescita nel nostro paese.
In questo articolo faremo un viaggio nella storia dell’imprenditore danese e vedremo come aprire un negozio Flying Tiger in Italia.

Lennart Lajboschitz: non chiamatelo businessman!

Una personalità eccentrica quella di Lennart Lajboschitz, un personaggio del tutto particolare che irrompe nel panorama del mercato mondiale e traccia una netta separazione con i soliti businessman ingessati. Nonostante sia un imprenditore di successo.
Lui non è così. Lui, vendeva ombrelli.
A vent’anni potevi trovarlo nei mercatini di Copenaghen a vendere ombrelli usati. Ciò che lo ha sempre contraddistinto fin da giovane è il suo spirito di iniziativa e la sua vena creativa, che con Tiger ha trovato la sua massima espressione. A 36 anni, nel 1995, ha fondato il suo primo negozio e a 56 anni ha venduto il 70% della catena di negozi ad un gruppo svedese di private equity, ma continua a guidare l’azienda.

Quando gli è stato chiesto se si sentisse un business man ha risposto: “Non mi considero un businessman, ma un antropologo. Ascolto molto i miei figli che hanno tra i 18 e i 29 anni, ascolto la gente, viaggio molto. Devo capire quello che succede perché so che devo cambiare ogni giorno. Solo così posso innovare”.

Questa è la sua visione del mondo, del suo lavoro. Non si identifica nel convenzionale modo di pensare occidentale, ma cerca la sua libertà nel mondo per poter esprimere al meglio la sua creatività e trasportarla nei prodotti che ogni giorno propone. Tiger infatti propone a tutti i suoi negozi 300 nuovi prodotti ogni mese (circa 10 al giorno), ricercando sempre il connubio perfetto tra innovazione, design e utilità.

Lascia la scuola per assaporare il mondo.

Prima di vedere come aprire un negozio Tiger in Italia, scopriamo di più sulla figura di Lennart Lajboschitz.
Non è laureato. Non ha fatto il naturale iter didattico che ci si aspetterebbe da un uomo di successo, nemmeno ha seguito nessun tipo di master, o corso in gestione, finanza e marketing. La sua scuola, come ama raccontare, è stata la strada.
Le esperienze che ha accumulato nella sua vita sono valse molto di più di qualsiasi titolo di studio per lui. Un periodo meraviglioso in cui racconto di essersi formato per la vita che ha adesso.

Anche se, come lui stesso racconta, il suo periodo più formativo risale alla sua infanzia: «Quando ero piccolo, ciò che si insegnava ai bambini in Danimarca era di avere fiducia in sé stessi. In famiglia la sera ci sedevamo intorno a un tavolo per parlare del mondo: i miei genitori mi incoraggiavano a fare domande e a prendere seriamente i miei punti di vista».

A 16 ani abbandona la scuola e comincia a viaggiare, sostenendosi economicamente con qualsiasi cosa: facendo il fotografo, vendendo fumetti e addirittura allenando una squadra di ping pong.
A 20 anni incontra l’amore della sua vita, Suz, che diventerà sua moglie. Per circa due mesi viaggiano insieme, entrambi zaino in spalla per poi fare ritorno in Danimarca. Ed è proprio al ritorno in patria che cominciano insieme la loro attività nei mercatini delle pulci della città danese. Anni dopo affermerà che «Il mercatino è stata un’esperienza molto importante, perché mi ha fatto immergere nella realtà».

Come nasce l’idea di Tiger

Siamo negli anni Novanta, Lennart e Suz decidono di aprire un negozio di articoli scontati con il nome di Zebra. Nasce il loro primo figlio e la vita sembra aver preso una piega tranquilla, serena, piacevole e nella norma. Ma Lennart non è un uomo nella norma. Insieme alla moglie decidono di andare in vacanza, lasciando la gestione del loro negozio alla fidanzata di suo fratello. La ragazza dopo poco tempo lo contatta disperatamente poiché non riusciva più a trovare i prezzi dei prodotti, creando una confusione generale. Lennart d’istinto le dice di prezzare tutto a 10 corone.

Ecco il lampo di genio. 10 corone in slang danese si pronuncia “tier”, un prezzo basso, fisso e rotondo. Senza l’utilizzo di centesimi. Da qui nasce l’idea ti Tiger, il cui suono è simile a quello di “tier”, 10 corone appunto.

Se la sua prima idea fu quella di comprare prodotti per poi rivenderli così com’erano a 10 corone (l’equivalente di un euro), dopo poco tempo ha un’idea: trasformare quei prodotti nella sua maniera.
Prodotti di stampo creativo, originali, come una tazza con i baffi, una gomma da cancellare a forma di unicorno. Insomma, oggetti belli, divertenti e a buon mercato. «Quello che sappiamo fare meglio è prendere un oggetto funzionale e trasformarlo in uno emozionale».
Oggi Flying Tiger è un’ottima idea per investire il proprio capitale, anche se, come vedremo in seguito, la sua formula è diversa dal franchising.

Oggi Lennart non è più CEO della società.

Da sette anni ha lasciato la guida della società e oggi ricopre la mansione di Direttore Creativo, un ruolo che gli si addice sicuramente di più.
Un uomo semplice e felice, a quanto racconta: «La gente pensa troppo a quello che può andare male. Se su 10 cose che si fanno, 8 non hanno successo, non è contenta. Invece io sono contento se 2 sono andate bene. Il resto è esperienza. […] Conduco la stessa vita di prima. Mangio le stesse cose, mia moglie si sente in colpa quando prende un taxi. In Danimarca lo status sociale non dipende dalla ricchezza. Se mi guardo indietro, mi rendo conto che ciò che ha significato di più per me sono mia moglie e i miei figli. Spero succeda anche ai miei clienti. Con i miei prodotti cerco di fare in modo che la gente si incontri, mangi insieme e magari faccia dei bambini…».

Come aprire un negozio Flying Tiger in Italia?

Dopo aver letto una vita così, a chi non andrebbe di far parte di questo mondo? Aprire un negozio Flying Tiger non è impossibile, tutt’altro!

Il primo punto vendita in di Tiger apparve a Torino nel 2011, da allora è in continua espansione.

Flying Tiger Copenhagen richiede ai propri partner commerciali specifici requisiti, soprattutto riguardo alla location. In particolar modo, devo essere locali di almeno 250 mq, con annesso un magazzino (con accesso scarico pallet di merci) di 150 mq, in zone specifiche e strategiche, con almeno 100.000 persone e con passaggio pedonale di almeno 1.500 passanti all’ora.

Il costo per poter aprire un negozio Flying Tiger Copenhagen non è stato reso pubblico, ma molto probabilmente si tratta di un investimento tra i 90 e i 150 mila euro.

Ricordiamo che Flying Tiger Copenhagen non si sviluppa attraverso il franchising vero e proprio, ma apre e gestisce i propri negozi sul territorio italiano in maniera diretta. Cerca solo persone che abbiano a disposizione un locale delle dimensioni descritte in precedenza.

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